
Arto inferiore corto vero e nuovo protocollo di misura

Abbiamo condotto una ricerca sulla bibliografia presente al 2017 e testato i sistemi di misura proposti, quindi, dopo aver verificato la discrepanza tra lunghezza vera e presunta oppure le proposte di correzione e gli effetti prodotti sul corpo mediante strumenti di misura riconosciuti e validati abbiamo approvato un protocollo nuovo di procedura.
Da molti anni é molta discussa la problematica, tutt’altro che semplice, della corretta valutazione della gamba corta o della gamba lunga.
Questo problema é legato al fatto che gli arti inferiori sono poliarticolari e quindi formati da più segmenti che costituiscono degli angoli fra loro, dal fatto che vi possono essere delle vere anomalie genetiche ma anche alterazioni circolatorie, traumatiche, ormonali e posturali che portano ad una evoluzione della crescita difforme un arto rispetto all’altro.
Nella maggioranza dei casi la misura dell’arto inferiore corto ha lo scopo di prescrivere e posizionare uno spessore sotto l’arto considerato corto, talvolta sotto l’intera pianta del piede, altre volte solo sotto il tallone.
Questa osservazione ha condotto alla osservazione e misurazione mediante stabilometria elettronica Cyber Sabots a piedi separati, destro e sinistro, avampiede e tallone separati per oggettivare la distribuzione dei carichi, la risposta dei nuclei della base encefalica e del cervelletto mediante analisi di Fourier, con e senza spessori.
Da queste analisi é emerso che l’incidenza della gamba corta vera, rispetto alla terapia proposta era molto differente.
Anche nella cura della scoliosi, il posizionamento dello spessore dal lato della cresta iliaca posteriore supriore più bassa appare molto discutibile, se l’arto non é corto, se lo stadio Risser non é 4 e se la rotazione del bacino peggiora con lo spessore.
Si é potuto verificare che fino allo stadio Risser 4 il posizionamento di uno spessore, determina una pressione maggiore sulle cartilagini di accrescimento e quindi alla fine dello sviluppo di può constatare un arto corto vero che prima non vi era, oppure un peggioramento della discrepanza fra gli arti precedentemente allo spessore.
Questa prima affermazione ci porta a porre la prima definizione del nuovo protocollo: bisogna distinguere fra gamba corta vera e disfunzionale.
Per una corretta interpretazione del meccanismo funzionale della catena cinematica che parte dal piede e sale fino al bacino ma meglio fino a L3 bisogna comprendere la definizione di parte adattativa e compensativa del corpo di Jean-Pierre Roll.


Per la misura della gamba corta vera, il metodo più preciso e riconosciuto é mediante radiografia che si deve eseguire in teleradiografia in ortostatismo, a piedi paralleli, distanti ad apertura di bacino, su reticolo e poi si misurano tutti i segmenti, gli angoli relativi fra i vari segmenti, le torsioni ed infine il bacino e le sue curve per stabilire le evetuali rotazioni sui 3 assi. Di conseguenza la radiografia, anche multipla, di un soggetto disteso non é corretta.

Le misura non corrette e non validate:
La misura, mediante metro, della lunghezza malleolo interno pube, malleolo esterno spina iliaca anteriore superiore omolaterale o controlaterale, distanza malleoli ombelico, ecc. sono errate a causa della grande imprecisione della localizzazione, così pure la manovra osteopatica o chiropratica di non corrispondenza dei malleoli interni con o senza flessioni associate sono sempre operatore dipendenti.
La misura mediante posizionamento di uno spessore sotto l’arto presunto corto e l’osservazione della spina iliaca posteriore inferiore o superiore non sono statisticamente accurate.
La stessa misura con il paziente il posizione supina ed in ortostatismo dimostra una differenza diagnostica statisticamente differente.
La misura mediante una livella sulle creste iliache posteriori superiori non é statisticamente significativa.
La misura mediante altezza delle rotule dal pavimento non é statisticamente significativa.








É validato il test di Galezzi , sopra un lettino duro o sul pavimento, anche flesse a 45° e ginocchia flesse a 90 °, malleoli a contatto, può essere buono unicamente per la misura tibiale.


Per una corretta valutazione devono essere considerate almeno le seguenti condizioni patologiche:
1 neurofibromatosi
2 esostosi multipla ereditaria
3 sindromi ipoplasiche congenite
4 sindrome di Klippel-Trenaunay-Weber
5 sindrome di Proteus
6 emimielia peroneale
7 emimielia tibiale
8 sepsi generalizzata, artrite settica o osteomielite
9 traumi
10 malattie infiammatorie
11 lesioni nervose
12 anormalità vascolari
13 anormalità di pigmentazione
14 cicatrici
15 condizioni emangiomatose
16 protesi e fissatori ortopedici
Per lo studio funzionale della catena cinematica degli arti inferiori e del bacino si deve considerare:
1 il piede cavo porta ad una altezza astragalica maggiore del piede piatto
2 i muscoli intrinseci del piede sostengono gli archi podalici
2 la tibia valga é meno alta della tibia vara
3 il collo femorale di femore varo orizzontalizza
4 il collo femorale di femore valgizzante verticalizza
5 il ginocchio valgo intraruotato scende
6 la presenza di artroprotesi
7 la limitazione di ampiezza di funzione articolare
8 il gluteo più alto
9 la rotazioen del bacino
8 la lordosi lombare
9 l’angolo sacro-lombare
10 scoliosi lombare
Analizziamo progressivamente questa catena cinematica:
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Il piede poggia su 3 archi posteriori (statici) e su 3 archi anteriori (dinamici). Al centro il giunto di Lisfranc che ben identifica la rotazione verso l’interno o verso l’esterno. Da questo si comprende bene come un piede piatto, o un piede valgo inflenzino l’altezza dell’astragalo su cui poggia l’osso tibiale.
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Una insufficineza muscolare primaria o secondaria a lesione muscolare dei muscoli tibiale anteriore e posteriore, flessore lungo delle dita e flessore ed estensore lungo dell’alluce porta no al valgismo e caduta dell’arco podale con conseguente diminuzione di altezza omolaterale, spesso a valgismo ed intrarotazione del ginocchio omolaterale
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il ginocchio valgo ed il femore valgo portano ad una verticalizzazione del collo femorale (conconseguente rigidità ed ipofunzione articolare, trocanteriote, necrosi della testa femorale) e provoca un movimento di tilt del bacino con sacro orizzontale ed aumento della lordosi lombare.
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i piedi valghi provocano l’antiversione del bacino con conseguente iperlordosi e sacro orizzontale ; i piedi vari il contrario
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molto frequentemente si riscontra un piede varo ed un piede valgo, in questo caso le due metà del bacino girano in modo differente, e così si riscontrano altezze differente per la SIAS e per la SIPS, questa torsione del bacino sui 3 assi provoca una curva della colonna vertebrale lombare di compenso, almeno fino a L3 con concavità verso la cresta iliaca più alta.





Protocollo Rossato mediante LED PODO LASER e STABILOMETRIA CYBER SABOTS
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Valutare il l’appoggio del piede, valgismo, varismo, cavismo e piattismo
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Valutare l’asse del tallone
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Valutare la posizione della piega poplitea
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Valutare la flessione o iperestensione poplitea
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Valutare la intrarotazione del ginocchio
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Valutare la posizone della piega sottoglutea
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Valutare la rotazione dell’emibacino
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Valutare l’asse della coxa e quindi la coxa vara tende a orizzontalizzare e quella valga tende a verticalizzare
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Il piede valgo fa scendere la Spina Iliaca Anteriore Superiore (SIAS) e fa salire la Spina Iliaca Posteriore Superiore (SIPS)
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Eseguire il Test di Galeazzi per la lunghezza tibiale
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Eseguire il Test di Trendelemburg per escludere una insufficienza di forza muscolare dei muscoli medio e piccolo gluteo e/o una neuropatia L5 S1 S2
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Controllare i parametri mediante stabilometria a piedi separati DX e Sin e avampiede da tallone
L’altezza della correzione deve essere scelta in base al quadro radiologico ed alla risposta del Sistema Tonico Posturale sui parametri della stabilometria.
Dopo 2 mesi si deve ricontrollare per una conferma dell’altezza o un eventuale aumento o diminuzione della stessa.
Il controllo si deve ripetere fino alla stabilizzazione della risposta; da quel momento, salvo altri eventi intervewnuti sul corpo, rimarrà stabile a vita.
I valori stabilometrici devono essere confrontati con i quadri di normalità per età e genere contenuti nel libro: Stabilometry Standard Guideline 2011-2013 during Clinical Practice.


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